martedì 13 maggio 2008

Fallire tentando.

Riprendo spunto dal commento che ho lasciato sul blog del nicco per chiarire l'affermazione del titolo del post.
Un mezzo fallimento. Così reputo questa idea dei blog meravigliosa che il Prof aveva introdotto.
Mezzo perchè in tanti hanno aderito, chi con più interesse e chi con meno, ma in fondo in tanti l'avevano trovata interessante e senza dubbio innovativa. Anche chi non aveva mai acceso un pc o internet ha trovato interessante l'iniziativa, e qualcosa sicuramente avrà imparato.
Purtroppo la seconda parte del progetto è andata verso il fallimento.
Nel mio blog c'è l'eco. Non solo nel mio, ma anche in quelli dei miei compagni, gli unici commenti sono quelli dei già conoscenti.
Il "Social Networking", spirito del progetto, non è poi tanto social.
Mi sono reso conto che in questa facoltà, l'amicizia e lo spirito di squadra, la curiosità e l'interesse sono a livelli critici, molto bassi.
Il sentimento che muove questa facoltà è la pura competizione, la pura furia, la meccanicità e la staticità. Il programma è semplice. Studio, esame, studio, esame, studio, esame. In aula mi sembrano tutti dei piccoli automi. I sorrisi semi-forzati, le conversazioni sempre sugli esami, i pensieri sempre rivolti agli esami e mai con un argomento culturale e di scambio extra-universitario. L'università un tempo centro di fermento culturale in continua evoluzione è ferma come un bicchiere su un tavolo... Per lo più vuoto.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo è vero che il grande entusiasmo iniziale si è poi sgonfiato in parte. Però c'è da dire che ne son venute fuori anche parecchie di cose interessanti da questo corso. Quindi almeno l'approccio è giusto, si dovrà magari trovare un modo di migliorare la comunicazione per gli studenti che verranno.
Per quanto riguarda il social, se la maggior parte degli studenti di medicina ha i paraocchi e il paracervello, conviene espandere il proprio social networking di persona (che credo comunque sia stato un altro degli obiettivi del corso). Infatti io ho conosciuto diverse persone, tante, tra cui studenti di medicina (non di Firenze però)...Che si fa, si chiede il trasferimento?!? :-)

Francesca ha detto...

ma un pò di gente ha commentato anche blog di chi non conosce...io ho diversi commenti di gente che tuttora non so chi sia!di cui cnosco "solo" il blog. Te e Nicco mi fate incavolare con le vostre idee pessimiste...il potere di Nefertiti si scatenerà su di voi! noi via si parla spesso di altro...o pare solo a me?

Sarah ha detto...

Eccomi al secondo commento..in realtà rispondo un po' a quello che hai scritto a me riguardo all'esame di anatomy..vorrei semplicemente dirti che hai ragione. E' vero che l'ambiente che ci circonda strabocca di invidia, di competizione, di furia, è vero che qualcuno parla solo di esami..ma è vero anche che la vita non è solo Università. Se io ho scritto che mi devo metter sotto con isto, x esempio, è perchè proprio dato che ho avuto cose molto più belle da fare che non studiare, mi son trovata a dare anatomia a maggio, e proprio perchè sto continuando a fare tutt'altro, cerco un minimo di autoconvincermi e trovare la voglia di studiare..ed è proprio perchè siamo circondati da gente esaltata e perchè dovevo andare a Torino il finesettimana dopo che mi son iscritta ad anatomia a mezzanotte..a me non pare che parliamo solo di esami, solo che dopo 4 ore di lezione ti viene naturale farci due commenti..la vita è altro, si sa..tranqui..

Andreas Formiconi ha detto...

Sarebbe stato folle pretendere che nascesse una rete persistente su di un campione così piccolo.

I sociologi conoscono la legge dell'1-9-90: date un opportunità di agire a 100 persone e troverete, in media, che 1 agisce, 9 seguono la prima e 90 stanno a guardare.

Con le reti sociali si può lavorare dalle decine di migliaia di persone in su.

La natura della proposta del corso è di natura seminale: depositare un seme che potrà o meno germinare. La rete di blog è qui un mero strumento didattico, come un quaderno che si inizia con un nuovo corso. Poi c'è chi lo butta via e chi continua ad usarlo.

Mi sembra che sia già successo molto di più di quello che si può sperare normalmente, intanto parole come condivisione empatia ecc. hanno circolato un po', rispetto a zero è già qualcosa ...

Bboyitax ha detto...

Sicuramente professore, infatti ho specificato che alcune cose buone sono uscite fuori.
Sarà che confidavo in una condivisione più ampia.
Amavo questa idea e amavo la possibilità di poter condividere idee e pensieri. Io ci ho messo passione e dedizione (amo i blog, ne ho altri 2 sparsi per la rete).
Sono solo deluso nel vedere persone che l'hanno preso solo come un compito e non come una possbilità di accrescimento personale.
Per l'amor di dio, ci saranno pure persone a cui non piace tenere questo diario virtuale, ma confido più nella "furbizia" e scarsa voglia di compartecipazione della gente.

Insomma, riassumendo il discorso sopravvaluto le persone forse, e di questo mi dispiace... Ma d'altronde il mondo è così!

Comunque conviene con me che quest'università lentamente si sta fossilizzando ideologicamente?

ps: aspettavo proprio un suo commento al post!!

Andreas Formiconi ha detto...

Fuori dai denti: l'università come motore primario della formazione culturale, formazione professionale, centro di innovazione nella cosiddetta società della conoscenza è già morta. In Italia di sicuro.

È un'organizzazione mediocre che produce pochissima innovazione rispetto a ciò che consuma, che arranca dietro ai mutamenti del mondo, che campa su di una popolazione studentesca trattata come mera materia prima, giusto necessaria per esistere.

Non si può mai fare di ogni erba un fascio, ci sono realtà splendide, centri di eccellenza (denominazione abusata), competenze elevatissime ma sono sporadiche. A livello di massa, che è ciò che conta quando se ve valuta il ruolo nella società, prevale la mediocrità, il corporativismo, la stagnazione.

Un'organizzazione che non si sa autoriprodurre adeguatamente. I professori in ogni grado scolastico si sono formati all'università e , in media, sono formatori mediocri, se non pessimi, salvo eccezioni.

Sfortunatamente, la società ha bisogno di numeri, le eccezioni non bastano ...