giovedì 3 luglio 2008

Piccolo trattato della mia vita Vol.1

Quante volte vi siete svegliati la mattina con il pensiero che tutto è sbagliato, tutto è storto nella vostra vita? Quante volte vi siete domandati il motivo per il quale siete stati messi al mondo, il motivo per il quale ci facciamo tutte queste domande.

Non lo so neppure io. Ho perso il conto, e sinceramente credo di averlo perso in partenza.
Di una cosa sono certo però: l'uomo è una macchina in grado di creare, alimentare, e catalizzare la stupidità.
Stupidità. Un termine per definire un modo di essere. Una parola. Un suono per dire qualcosa che tutti sono in grado di comprendere in modo diverso.

Le parole sono aria. I pensieri valgono ancora di meno. L'uomo non è che un artefatto. Un qualcosa che crede di essere tutto, quando invece rappresenta meno di quanto meno un uomo stesso possa immaginare.

Questo cercavo di comprendere. Nella mia breve vita questo ho cercato di comprendere ogni giorno, e ogni giorno mi ritrovo a quest'ora a chiedermi: “Cosa ho risolto oggi? Cosa ho fatto di veramente sensato?”.

La routine porta alla pazzia. La pazzia è ormai una routine.

Credo che l'unica cosa che io sia riuscito a comprendere è la ciclicità del tempo. Quando andiamo a letto, non andiamo a riposarci. Bensì andiamo a morire in quel giorno. A dormire non ci si riposa. Ci si arrende alla morte della giornata. Ci si arrende al tempo che passa. Al tempo che nel giorno ci logora fino a portarci allo sfinimento.

Piccole morti che si sommano fino a... Beh... Come va a finire lo sapete tutti.

Non mi fraintendete... Non sono negativo fino alle ossa. La mia vita è felice.

Non mi è mancato mai nulla.

Una classica frase da luogo comune (che ho sempre odiato) recita: “In confronto ai bambini dell'africa siamo molto fortunati!”.
Chi lo dice? La vita e la felicità sono una questione di priorità. C'è chi è felice nel girovagare senza meta, sporco e senza il becco di un quattrino. C'è chi è felice nell'uccidere persone. C'è chi è felice nel guadagnare soldi, per poi accumularli e non spenderli mai. C'è chi è felice nel comprarsi la moto nuova.

La mente umana è malata cari miei. Gli istinti ci guidano. C'è poco da fare. Giudicare ciò che è giusto o sbagliato è riduttivo all'inverosimile. Parlare è già riduttivo. Questo che sto scrivendo è riduttivo, oltre che insensato.
Le affermazioni non esistono. Possono essere rivoltate in qualunque modo e in qualunque istante. Le domande restano invece. Quelle purtroppo, o meglio io direi, per fortuna, restano e resteranno per l'eternità. Sono l'unica cosa che ci rimane, che ci guida e che mai ci abbandonerà. Viva il dubbio.

Come vedete sono in grado di paralizzare i vostri cervelli semplicemente parlando del niente. Parlando di quanto sia futile parlare della vita, ma quanto sia importante chiedersi il perché.
Avete mai giocato con un bambino che vi chiede perché ad ogni cosa che gli dite? Prima o poi non avrete più risposte. Perchè? ...Povero Bimbo...

La cosa più intelligente che ho scritto dall'inizio di questo brano.

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